CentroStudiStorici"Nicolòd'Alagno"
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Carlo Malandrino (1925-1996): “L’amico di Oplontis”. Docente, architetto, attivista culturale, giornalista, autore e storico locale.

Biografia tratta da Vita opere e azioni di 22 Figli illustri di Torre Annunziata. Raccolta II,

Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno” 2022,

di Vincenzo Marasco, Antonio Papa e Lucia Muoio

Torre Annunziata può definirsi una città alquanto fortunata perché difficilmente è riscontrabile un luogo, un conglomerato urbano di provincia, che al pari, in meno di un cinquantennio, ha avuto così tanti accaniti e validi sostenitori della “questione culturale locale” come nel caso specifico. Tra questi tanti autentici paladini eccelsi, che si sono distinti facendosi riconoscere per il loro lodevole attivismo filantropico e culturale rivolto esclusivamente alla salvaguardia del patrimonio storico artistico torrese, la figura e l’opera solidale incondizionata svolta in vita dal prof. Carlo Malandrino merita senz’altro un posto di rilievo.  

Carlo Malandrino nasce a Torre Annunziata il 28 novembre del 1925.

Esordisce nella sfera sociale torrese con una candidatura per la lista del Movimento Sociale Italiano in occasione delle votazioni amministrative del 25 maggio 1952 ricevendo 90 consensi[1], preferenze che non gli diedero alcun risultato se non quello del modesto riscontro. Ci ritenta il 26 maggio del 1957, questa volta schierato con la lista civica di orientamento liberale “Due Torri”, ma anche questa volta le 230 preferenze ricevute non gli permisero di accedere tra le fila degli eletti. Dopo ben 28 anni, già attivo sul territorio torrese su altri fronti, viene candidato nel 1985 nella lista locale del Partito Liberale Italiano raccogliendo appena 38 voti. La sua modesta carriera politica si chiude con le amministrative del 1990 cui non seguì nessun risultato tranne quello di essere stato nuovamente riproposto[2].

Tuttavia le qualità intellettuali e pratiche espresse dall’esimio prof. Carlo Malandrino, come dimostra la storia, furono ben altre e a queste egli deve la sua affermazione indiscussa in Città. 

In concomitanza alla sua lunga carriera di docente di Educazione Artistica svolta presso la Scuola Media “Giovanni Pascoli” di Torre Annunziata, l’impegno culturale per la valorizzazione storica della città profuso dal prof. Carlo Malandrino è stato ed è oggi un esempio intramontabile di grandi valori civici. Come tanti altri validi “attivisti” che aderiscono nel 1962 al Comitato Amici di Oplonti guidato da Mons. Salvatore Farro, il combattivo e illuminato parroco della Parrocchia della SS. Trinità in Torre Annunziata, anche il professore offre il suo contributo alla causa archeologica oplontina che ha come obiettivo condiviso l’inizio degli scavi sistematici della collina delle Mascatelle, avviati poi nel corso del 1964.

L’opera di riscatto operata dal prof. Malandrino, sempre scevra da qualsiasi altro interesse che non sia quello rivolto al recupero della Memoria storica locale, continua di pari passo alla scoperta di quel meraviglioso sito archeologico che tanti come lui avevano sognato. Sempre presente anche direttamente nelle aree di cantiere dove si traevano dal ventre della terra le antiche vestigia di Oplontis, Carlo Malandrino stabilisce un bellissimo rapporto di amicizia con quell’immensa prof.ssa Wilhelmina Jashemski, grande personalità statunitense, che dedicò oltre un ventennio allo studio della botanica e allo scavo della villa “A” di Oplontis c.d. di Poppea Sabina.

Proprio questo continuo rapporto sintonico con l’antica Oplontis, fa del prof. Malandrino uno dei suoi più validi e intrepidi divulgatori. A lui si deve la prima “Carta Archeologica” del territorio, opera in cui il professore enuncia parte dei ritrovamenti archeologici rinvenuti sul territorio di Torre Annunziata dal XVI secolo fino agli anni ‘70 del Secolo Breve.

Accostata alla sua grande passione per l’archeologia locale, non manca mai la voglia di scoperta e riproposizione storica del territorio.


Estate 1975, sito archeologico di Oplontis, Villa “A” c.d. di Poppea Sabina,
il prof. Carlo Malandrino, il secondo da sinistra, illustra la sua planimetria dello scavo della Villa “A” alla prof.ssa Wilhelmina Feemster Jashemski, a sinistra dell’immagine, all’assistente allo scavo Ferdinando Balzano in prima impressione anche lui indicante sulla carta e ad un’altra accademica. Fonte: University of Maryland, University Libraries, Archival Collections, Wilhelmina F. Jashemski papers.

Ottima penna, svolge la sua attività come cultore anche grazie alla sua passione per il giornalismo, divulgando particolari storici locali inediti anche sotto forma di articoli giornalistici pubblicati in tante occasione con «La voce della Provincia», testata storica di Torre Annunziata diretta dal Dott. Pasquale D’Amelio e dove il prof. Malandrino è stato Caporedattore.

La stima è l’amicizia tra il prof. Malandrino e il Dott. D’Amelio, come lo stesso direttore del giornale dimostra a tanti altri cultori di storia locale, fanno si che i due entrassero in un connubio indissolubile tanto che la casa editrice D’Amelio offrirà al professore Malandrino l’opportunità di pubblicare gran parte dei suoi libri. L’ultimo impegno del dott. D’Amelio dimostrato nei confronti del compianto professore è stato un bellissimo lavoro di ricerca storica che il prof. Malandrino non ha modo di avviare alle stampe, pubblicato post mortem, nel 2017, in cui si analizza in maniera schematica tutta la toponomastica locale, come solitamente il prof. Malandrino ama articolare i suoi lavori di ricerca.

Oltre ciò, sempre in collaborazione con altri ricercatori di Storia locale, tra cui gli esimi prof. Salvatore Russo e l’ing. Giovanni Di Martino, alla fine degli anni ‘70 sposa anch’egli l’idea della fondazione di un’Associazione culturale in cui devono essere accentrate tutte le menti brillanti che si occupavano dello studio storico e archeologico locale. È così anche lui uno dei membri fondatori di quel bellissimo connubio di studiosi chiamato Centro Studi Storici di Torre Annunziata, sinergia che vedrà pubblicati svariati e importanti lavori di ricerca riguardanti il territorio.

Proprio per quel suo instancabile impegno culturale e per quella grande passione rivolta nei confronti di quell’immenso patrimonio archeologico che stava venendo alla luce in quegli anni, con il Decreto Ministeriale della Pubblica Istruzione del 26 settembre 1974 gli viene concessa la carica onorifica di Ispettore Onorario per i Monumenti, le Antichità e le Opere d’Arte.

Il 19 agosto del 1996 il professore Carlo Malandrino lascia la vita terrena. A ricordarlo sarà la sua preziosa eredità consegnata alla città, consistente in innumerevoli scritti, bibliografici e giornalistici, che vanno considerati come un faro che dona in modo inesauribile luce alla questione culturale locale, un ausilio fondamentale e una guida sempre valida per lo studio del territorio.

La sua instancabile opera consiste nei seguenti lavori:

Crocefisso di Mattia Preti, Arti grafiche Letizia, Torre Annunziata (Na) s. d.;

Torre Annunziata tra storia e leggenda, Loffredo, Napoli 1970;

«Due Pionieri», in AA.VV., Il pianeta Oplontis, storia di una riscoperta, Enne Due, Torre Annunziata (Na) 1975, pp. 60-61;

La villa romana di Oplontis, in «La Follia di New York», New York 1975;

Torre Annunziata testimonianze e ricordi, Centro Studi Storici di Torre Annunziata, s. n., Salerno 1975, coautore con Fusco Gerardo e Russo Salvatore;

Piccola guida della villa romana di Oplontis, Fuorni, La Voce della Provincia, S.l. 1976;

Note di epigrafia oplontina, in «Periodico Oplontis», I/1 (1976), Torre Annunziata (Na) 1976, pag. 2;

Oplontis, Loffredo, Napoli 1977. Seguono ulteriori ristampe e edizioni nel 1978 e nel 1980;

La villa di Poppea ad Oplontis, (a cura della Pro Loco di Torre Annunziata in occasione del XIX centenario dell’eruzione vesuviana del 79 d.C.), estratto dal «Periodico Oplontis»,IV (1979), Torre Annunziata, Pro Loco di Torre Annunziata, S.l. 1979;

Torre Annunziata tra storia e leggenda, II edizione, Libreria Sorrentino, Torre Annunziata (Na) 1980;

Itinerario archeologico di Torre Annunziata, in «Sylva Mala»,II (1981), bollettino del Centro Studi Archeologici di Boscoreale e Boscotrecase, Sicignano, Pompei (Na) 1981, pp. 2-4;

Le edicole votive di ieri e di oggi in Torre Annunziata, ed. La Voce della Provincia, Torre Annunziata (Na) 1982, coautore con Mistretta Vincenzo e Russo Salvatore;

Scavi di Oplonti, speciale de «La Voce della Provincia» (gennaio 1985), ed. D’Amelio, Torre Annunziata (Na) 1985;

Torre Annunziata tra vicoli e piazze. Storia di territorio e urbanesimo, ed. D’Amelio, Fuorni (Sa) 1986, coautore con Di Martino Giovanni;

La Villa di Poppea in Oplontis, allegato a «La Voce della Provincia», n.25 del 27.12.1986, ed. D’Amelio, Torre Annunziata (Na) 1986;

Il “pagus” marittimo di Pompei. Note di topografia antica, ed. D’Amelio, Fuorni (Sa) 1988;

Toponomastica storica di Torre Annunziata, ed. D’Amelio, (post mortem), S.l. 2017.

Fonti:

Biblioteca comunale di Torre Annunziata “Ernesto Cesaro”

University of Maryland, University libraries, Archive Collection, Wilhelmina Jashemski papers

La Voce della Provincia

G. Di Martino – S. Russo, Cinquant’anni di battaglie elettorali amministrative a Torre Annunziata (1947-1995), ed. D’Amelio, Fuorni (Sa) 2000

V. Marasco, Torre Annunziata – Oplontis. Repertorio bibliografico. Ausilio per lo studio storico, civico e archeologico del territorio, Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, Youcanprint Self-Publishing, Tricase (Le) 2018


[1] G. Di Martino – S. Russo, Cinquant’anni di battaglie elettorali amministrative a Torre Annunziata (1947-1995), ed. D’Amelio, Fuorni (Sa) 2000, pp. 45-59.

[2] Ibidem, pp. 237 e 256.

2 thoughts on “Carlo Malandrino (1925-1996): “L’amico di Oplontis”. Docente, architetto, attivista culturale, giornalista, autore e storico locale.

  • Un colto e appassionato ricordo di un illustre cittadino che meriterebbe la dedica di una strada di Torre. Personalmente sono un nostalgico (vivo a Milano) e ho frequentato Gigino Prota e Ciro Arcella e si parlava per il Corso sempre di Torre, piano regolatore,colore politico etc. etc. In ultimo, sono nato in via Oplonte 101 in alto, a 100 metri da villa Poppea. Diffondiamo la conoscenza di Torre con studi, ricerche e narrazioni, il nostro territorio è affascinante.

    • Vincenzo Marasco

      La ringrazio per questa sua bella testimonianza. Bisogna veicolare quanto più possibile le potenzialità espresse dal nostro patrimonio culturale. Cordialmente, V.M.

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